"Per ignota destinazione" presentazione
di Piero Farina
 

Nella tarda primavera del 2008, rivedendo le immagini e sfogliando il testo delle interviste e degli speaker del documentario "Per ignota destinazione", girato nel 1995, Marisa Fogliarini ha avuto l’idea di dedicare a quel lavoro una sezione di questo sito.

Al testo e alle immagini tratte dal filmato io ho aggiunto, oltre ad alcune poesie, il racconto in prima persona dei giorni dei sopralluoghi e delle riprese.

SOMMARIO

"Per ignota destinazione - Introduzione"

"Per ignota destinazione - 1 parte"

"Per ignota destinazione - 2 parte"

"Per ignota destinazione - 3 parte"

"Per ignota destinazione - 4 parte"

"Per ignota destinazione - 5 parte"

Per ignota destinazione - epilogo"

Il documentario - Per ignota destinazione
di
Piero Farina

consulenza
Liliana Picciotto Fargion
collaborazione
Christina Clausen
fotografia
Danilo Marabotto
montaggio
Loretta Burchielli
voce
Piero Farina
musica
Luigi Ceccarelli
regia
Piero Farina

specializzati di ripresa
Filippo Candeliere
Rosario Cammellieri
macchinista
Giovanni Naddeo

Hanno collaborato:
Le Comunità israelitiche di Roma Milano Venezia
Il Centro di Documentazione Ebraico Contemporaneo di Milano
L’Associazione Nazionale Ex-Deportati di Roma
Le Ferrovie dello Stato Italiano
Pkp - Polnische Staatbahnen
La Deutsche Bundesbahnen
Il Museo di Auschwitz
La scuola ebraica “V. Polacco di Roma”
La Videoest cinematografica di Trieste
Il Comune di Carpi
La Direzione della Risiera di S. Saba di Trieste

Hanno collaborato inoltre:
Liliana Treves Alkalay
Luigi Sagi
Guido Fubini
Laura Facchinelli
la bambina
Federica Di Castro

durata 75' 48''
PRODUZIONE RAI TRE
1995

INTRODUZIONE

«Questo era l'ingresso all'inferno. Eravamo arrivati la notte del 22 maggio. Il treno aveva sostato tutta la notte e la mattina successiva, poi entrò qui nel campo, su questi binari. Giunsi qui con tutti i familiari, ma avevamo viaggiato in carri diversi. Io ero con mio padre e mio nonno. Il treno si fermò. Vedevamo un gran movimento attraverso le feritoie del carro bestiame. Si schierarono le SS. Davanti ai carri si vedevano uomini, prigionieri con la divisa a righe».

Le parole di Piero Terracina escono dagli altoparlanti del computer e si diffondono nella studio. Marisa clicca più volte sul mouce e le immagini si bloccano nell’istante in cui l’espressione del viso di Piero è più aderente al testo.

Le foto del documentario “Per ignota destinazione” sono tutte come queste, situazioni e volti ripresi in primo piano di donne e uomini che in passato hanno vissuto la più grande tragedia di tutti i tempi, attimi di vita fermati sul monitor che hanno segnato profondamente anche la mia esistenza.

Il lavoro, realizzato per la Terza Rete Rai nell'inverno e nella primavera del 1995, narra la storia della famiglia Terracina composta da due genitori, due fratelli, una sorella, il nonno e lo zio.

La sera del 7 aprile del 1944 i Terracina stanno celebrando la Pasquaebraica nella propria abitazione, a Roma, nel quartiere di Monteverde Vecchio. Suonano alla porta. Sono tre militari tedeschi delle SS che con la minaccia delle armi impongono all’intera famiglia di seguirli.

I Terracina, come altri mille ebrei del ghetto romano, sono deportati in Germania dove li attende morte sicura nelle camere a gas.

L’unico della famiglia a salvarsi è Piero, uno dei tre fratelli.

Assieme a Piero Terracina, Christina Clausen, programmista della Rai, Danilo Marabotto, direttore della fotografia e Filippo Candeliere, il fonico, nella tarda primav del 1995 ho ripercorso il tragitto ferroviario compiuto da Terracina cinquantun anni prima per raggiungere il campo di sterminio di Auschwitz.

A mano a mano che il treno procede verso il confine altoatesino di Ora, intervengono le testimonianze di molti ebrei italiani girate a Roma, Firenze, Torino, Milano, Venezia e Trieste.

Testimonianze che mettono in evidenza le responsabilità del fascismo nella campagna antiebraica che portò ai campi di sterminio nazisti, ma che iniziò in Italia nel 1938, anno della promulgazione delle leggi antiebraiche.

Dalle interviste degli ebrei italiani traspare tutto lo sdegno per essere stati ridotti all’impotenza civile dalle leggi fasciste, ma spesso anche la forza d’animo con cui le vittime hanno saputo reagire all’oppressione e la volontà di vivere che ha permesso loro di affrontare lunghi mesi di internamento.

Vedendo le immagini tratte dal filmato ho rivissuto quel durissimo viaggio in treno compiuto assieme a Piero Terracina fino alla stazione di Auschwitz, di Oswiecim in polacco.

Dopo tredici anni ho avuto modo di riflettere, quanto e più d’allora, sulle ragioni che per decenni avevano spinto Piero ad evitare ogni pubblica rievocazione della sua odissea, a non tornare nel luogo dove aveva perduto l’intera famiglia.

È sorto così spontaneo in me il desiderio di scrivere alcune note di diario, al presente storico, che integrassero le interviste e le immagini, che rivelassero quanto è accaduto dietro la telecamera durante la registrazione.

Sono tornato a quei giorni, ho rivissuto le vicende personali che mi hanno reso maggiormente partecipe al dolore di un uomo che da allora è divenuto un caro amico, che mi hanno fatto comprendere, come forse non ho mai fattola Shoà, la tragedia che ha indotto l’umanità intera a riflettere sui valori fondamentali dell’esistere.

Dopo tredici anni abbiamo compiuto con Marisa Fogliarini un percorso a ritroso nella realtà più dolorosa della guerra, un viaggio dove nel volto del suo protagonista si riflette la forza e la dignità dell’ umanità intera.

«Non ho mai avuto il conforto di poter pregare, piangere, portare un fiore sulla tomba dei miei cari - dice  Piero Terracina di fronte ai ruderi delle camere a gas dove ha perduto l’intera famiglia - dopo più di cinquanta anni ho trovato la forza di venire qui, dove sono morti tutti i miei cari, dove sono stati trucidati. In questi momenti ho parlato a mio padre, ho parlato a mia madre. Ho detto vedi mamma, vedi papà ce l'ho fatta, sono tornato, da uomo libero».



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"Per ignota destinazione - Introduzione"

"Per ignota destinazione - 1 parte"

"Per ignota destinazione - 2 parte"

"Per ignota destinazione - 3 parte"

"Per ignota destinazione - 4 parte"

"Per ignota destinazione - 5 parte"

"Per ignota destinazione - epilogo"